Nella tabella ho riepilogato un confronto tra i quattro leader di partiti dei quali abbiamo analizzato la capacità di comunicazione, evidenziando i singoli elementi connessi con l’oralità nonché quella che ho definito oralità digitale, composta dalla capacità tipica dei social network di abbinare con immediatezza scrittura e immagini, e connessa a questa la capacità verbo-motoria, tipica dell’oralità pura, che abbina la parola al corpo.
In questa analisi sono rilevate le caratteristiche dei quattro personaggi in termini di intensità e di frequenza di utilizzo. Matteo Salvini prevale sui competitor per l’enfasi e la partecipazione (in questo caso alla pari con Renzi); la semplicità dei suoi messaggi e le continue ripetizioni degli stessi (in questo caso alla pari con Berlusconi); l’utilizzo delle formule. Per quanto riguarda il racconto delle esperienze e l’humour primeggia Berlusconi, che da imprenditore trova sempre storie e barzellette da raccontare, e si può dire sia imbattibile. Nessuno dei quattro utilizza in modo particolare le metafore, solo Salvini ne introduce alcune. Per quanto concerne gli epiteti che, abbiamo visto, contribuiscono alla memorizzazione dei personaggi, Berlusconi e Renzi sono alla pari, ma abbiamo notato il recupero di Salvini. Relativamente all’agonismo, più energico e sempre disponibile al conflitto risulta ancora Salvini, che rimane in pole position pure per gli ultimi due aspetti, l’oralità multimediale, in cui primeggia incontrastato e dove si nota l’assenza di Berlusconi, e nella dimensione verbo-motoria, qui alla pari con Renzi. Possiamo tranquillamente inferire che buona parte dei sondaggi più recenti che hanno visto quasi raddoppiare i risultati per la Lega dipenda da questa capacità del suo leader di imporsi con la comunicazione orale e in particolare con l’oralità digitale.
Tratto da “La comunicazione emozionale. Storytelling, approcci cognitivi e social media.” Carocci editore.