Il circolo virtuoso della motivazione
Vorrei partire da quella che sicuramente sarà considerata una provocazione, ma che dal mio punto di vista è invece il vero punto nodale del concetto di motivazione: in realtà non possiamo motivare le altre persone che ci stanno intorno, nel lavoro e nella vita. Per dirla con un famoso allenatore di football americano:
Il mio compito non è di motivare le persone a giocare a football. Sono già motivate quando arrivano da me. La mia sfida è semplicemente non farli de-motivare.
(Lou Holtz)
Il circolo vizioso della demotivazione
Da qui possiamo partire: non possiamo motivare una persona o una squadra ma possiamo benissimo demotivarla. È ciò che io chiamo il circolo vizioso della demotivazione, che afferra gli animi di una squadra (o del singolo) quando non si sa dove si sta andando, non c’è fiducia, e quindi qualsiasi ostacolo è visto come gigantesco, tutto perciò sembra impossibile ( le sfide impossibili cui si accennava in apertura), sentiamo che le forze non ci bastano, e da lì nasce l’apatia, la mancanza del pathos, quella passione che, se presente, accompagna i nostri intenti e i nostri risultati; per ritornare a non sapere dove stiamo andando. Questo è ciò che spesso come capi, come responsabili, come manager possiamo produrre: demotivazione.
Quante volte l’abbiamo visto, nel nostro lavoro, nello sport, nella vita di tutti i giorni.
Il magico circolo virtuoso
Ma soprattutto come uscirne per entrare nel magico circolo virtuoso della motivazione? Il primo passo sarà quello di individuare una visione (si sempre quella) che dovrà essere ovviamente condivisa. E poi si dovrà trovare un’opportunità che dimostri che quel che si vuole raggiungere è possibile. In questo caso ci vuole un successo, anche piccolo, quello che chiamiamo una piccola vittoria che illustri la bontà delle decisioni prese e la credibilità del percorso intrapreso. Il morale si affermerà ridandoci la fiducia nelle nostre possibilità e l’energia per raggiungere il successo finale. Eccolo il circolo virtuoso della motivazione. Lo vediamo in azione negli sport di squadra: quando si recupera una situazione sfuggita di mano, si conquista un punto lungamente atteso, che permette di credere di nuovo nelle proprie capacità e di ritrovare le energie e le forze per la rivincita. Vale per la squadra così come per il singolo.
Testo dell’intervento durante una conferenza a giugno 2017